Occupy Gezi, una mobilitazione pacifica di dissenso contro la demolizione del parco pubblico Gezi a Istanbul per la construzione di un centro commerciale, che ha dato inizio a una serie di proteste contro il Governo di Recep Tayyip Erdoğan. Tale protesta ha avuto risonanza nazionale dopo che i manifestanti sono stati attaccati dalla polizia e ciò ha amplificato il motivo del dissenso verso istanze politiche più generali, dando infine vita a manifestazioni in tutto il Paese, represse violentemente dal governo di Recep Tayyip Erdoğan. Le squadre antisommossa impiegate dal governo si sono contraddistinte per la brutalità degli interventi, con uso massiccio di spray al peperoncino su persone inermi, lanci di gas lacrimogeno ad altezza d'uomo e l'aggiunta di urticanti all'acqua dei TOMA, i camion muniti di idranti. I manifestanti erano caratterizzati da una forte eterogeneità ideologica. In piazza scesero attivisti kemalisti, ambientalisti, socialisti, comunisti, anarchici, libertariani, femministi, attivisti per i diritti LGBT, nazionalisti e islamisti anticapitalisti, nonché numerose associazioni calcistiche quali l'UltrAslan e il Çarşı e associazioni politiche e sindacali. Nei giorni delle proteste, Erdogan tornava a Istanbul e trovava comunque una grande folla di sostenitori che accoglieva in aeroport.