Behind. Dietro il velo, oltre il pregiudizio Behind è un progetto iniziato nel 2012 con l'intento di scoprire un paese conosciuto per gli antichi splendori, ma raccontato come uno dei più pericolosi al mondo dopo la Rivoluzione Islamica, che nel marzo 1979 trasformò la monarchia del paese, in una Repubblica Islamica: l'Iran. Il progetto racconta la vita quotidiana, i riti di commemorazione per l'Imam Hossein (martire dell'Ashura), i momenti di preghiera e le feste private di persone, religiose e non religiose, che sembrano viaggiare su binari paralleli. Attualmente circa il 65% della popolazione iraniana ha meno di 25 anni. Nati dopo la Rivoluzione Islamica, molti giovani non si riconoscono in quei valori. Piena di desideri e di speranze, ma con un atteggiamento che sembra mesto e pacato, questa parte della popolazione vive perseguendo i propri sogni: amare, cantare, ballare, scrivere, sfilare e girare il mondo. Oggi, dopo 36 anni di chiusura, odio, paura indotta e sanzioni che hanno di fatto impoverito il ceto medio, l'Iran è riconosciuto come ago della bilancia della geopolitica mondiale. Gli Usa hanno iniziato a dialogare con la Repubblica Islamica dell'Iran fino ad aprire all'accordo sul nucleare. La simbologia di questo accordo però, è forse più forte delle conseguenze pratiche che può generare e questo lo sanno per primi gli iraniani: i giovani che sognano, per esempio, di girare il mondo o di studiare all'estero ma che continuano a non poterselo permettere perché l'inflazione, causata dalle sanzioni, quadruplica qualsiasi costo. Inoltre l’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema, di fatto è un conservatore e non vuole che l'apertura sul nucleare crei aspettative in tema di libertà politiche e culturali. Dall'atra parte, i giovani che vivono secondo i dettami del Corano, trovano la felicità in Allah, nella devozione che li porterà in paradiso, nella famiglia e nell'amore. Le giovani donne religiose, in particolare, credono nell'importanza della rilettura del Corano e trovano in essa la parità, a differenza di una interpretazione di stampo patriarcale che le pone in una posizione di subordinazione. Forse la ricerca della felicità li accomuna tutti. Di sicuro gli iraniani sono accoglienti e tutti sono preoccupati delle conseguenze che una cattiva propaganda ha sulla loro immagine. Non a caso la domanda più ricorrente che viene rivolta agli stranieri è: “what do you think about Iran”.