Si racconta che il 10 del mese lunare Muharram, nell'anno 61 dell'Egira (10 ottobre 680 d.C.) l'Imam Hossein, Nipote del Profeta Maometto, e 72 compagni sacrificarono la loro vita per difendere la religione di Dio, la giustizia, la libertà e per combattere la tirannia di Yazid, della dinastia degli Omayyadi, divenuto ingiustamente califfo. Secondo la tradizione, L'imam Hossein e i suoi compagni furono brutalmente uccisi nel deserto di Kerbala nel giorno dell'Ashura e da allora, tutti gli anni, il mondo islamico sciita entra in un periodo di lutto che termina dopo 40 giorni, con il pellegrinaggio di Hazrat-e Zeynab, sorella di Hossein, e di tutti gli altri superstiti della battaglia, alla tomba dell'Imam a Kerbala (Iraq). Ogni anno, durante questo periodo di lutto e specialmente durante i primi 10 giorni del Moharram che culminano nell'Ashura, milioni di shiiti commemorano il martirio secondo riti che si tramandano da centinaia di anni. I segni del lutto coprono intere città e piccoli villaggi: bandiere verdi, nere e rosse (che significano rispettivamente la discendenza dalla famiglia dell'Imam Hossein, il lutto e il sangue) vengono appese sulle porte, sui tetti delle case, sui ponti e su ogni altro posto visibile. I riti funebri avvengono per lo più all'aperto, ma nel privato di ogni famiglia i momenti di cordoglio si accavallano alle celebrazioni comuni. Donne e uomini si riuniscono, separatamente, per pregare nelle Hosseiniyeh (edifici permanenti o temporanei, di tradizione safavide, costruiti per eseguire le cerimonie di lutto per Imam Hossein e altri martiri sciiti), oppure organizzano delle celebrazioni nelle loro case; sfilano nelle processioni vestendo i panni dei protagonisti del martirio; si battono il petto o la testa con la mano, o si colpiscono le spalle con delle catene compiendo il rito di autoflagellazione. Un grande impulso per lo sviluppo delle celebrazioni dell'Ashura come fenomeno relgioso, popolare e artistico è venuto con l'ascesa dei Safavidi (1501 – 1736) al potere. E' stato durante il loro dominio che il genere teatrale drammatico, conosciuto come Ta'ziyeh, si è sviluppato ed è divenuto popolare. Nella passione rappresentata nei teatri all'aperto o nelle Hosseiniyeh, gli attori interpretano i vari personaggi dell'Ashura e ricreano il martirio dell'Imam Hossein, con la particolarità che, durante le scene di lotta, gli uomini interpretano anche i ruoli delle donne, ma con il viso coperto, per obbedire alla regola islamica secondo la quale non è ammesso il contatto tra uomini e donne che non siamo sposati. Si racconta che dopo l'iniqua battaglia di Karbala il nemico catturò i superstiti e li portò al palazzo del califfo Yazid, a Damasco. Qui Hazrat-e Zeynab, che faceva parte dei prigionieri, tenne due discorsi nei quali svelò la verità sul massacro dell'Imam Hossein e dei suoi compagni e risvegliò le persone ipnotizzate dalla falsa propaganda di Yazid, che voleva far passare Hossein come un ribelle. Si dice ancora che se non fosse stato per lei, il tragico evento di Kerbala sarebbe stato dimenticato e i messaggi dell'Ashura, di verità e giustizia, non sarebbero stati tramandati di generazione in generazione. Il progetto è stato realizzato nella città di Tehran e nel villaggio di Noshabad nel 2012.